Il libro parte da un consiglio di lettura di Livio Vacchini per gli studenti di architettura – raccolto durante una delle tante conversazioni: “Agli studenti fai leggere Stravinsky, van der Laan e Ghyka”. Oltre a parlare dell’importanza per la formazione di un architetto dei concetti rinvenibili nell’architettura e negli scritti di Dom van der Laan, nel testo sulla composizione di Stravinsky, nella ricerca di Ghyka, aveva fatto riferimento, tra altri, a Giya Kancheli, György Ligeti, Morton Feldman. La richiesta a Vacchini di un suggerimento didattico era, nei presupposti, una forzatura. Vacchini non ha mai avuto un particolare interesse didattico - insegnò solo come professore invitato al Politecnico federale di Zurigo nel 1976 e presso la Facoltà di architettura del Politecnico di Milano nel 1982 - e quindi quello che qui viene proposto come un consiglio di lettura non era da parte sua altro che la dichiarazione dei propri fondamenti, delle letture importanti per la sua maturazione, per la sua ricerca, per il suo progettare.